11 Aprile 2010
I “segugi” Alberto Paoletti, detective dal 1969: “Abbiamo trovato gente che si era allontanata da casa per vergogna del fallimento”
Identikit dei fantasmi: negozianti e imprenditori in incognito
Roberta Guizzardi
FIRENZE – Chi l’ha visto? Storie di sparizioni. “Oggi – spiega Alberto Paoletti, detective dal 1969, titolare dell’agenzia investigativa Informare e presidente regionale di Federpol che precisa come per indagare sia necessario un motivo giuridico valido – si assiste molto spesso a scomparse di persone che rifuggono da problematiche come fallimenti, dissesti finanziari, separazioni molto dolorose e violento dal punto di vista caratteriale e finanziario”. In questi casi chi scappa, lo fa perché si vergogna dello stato di povertà in cui si è ridotto. E’ successo circa 7 anni fa, quando all’agenzia Informare è stato affidato un caso di un imprenditore scomparso “Questo soggetto – ricorda Paoletti – era scomparso da Milano in seguito al fallimento della sua azienda e non
Era stato intravisto da alcune persone a Firenze in ambienti vicini a clochards e barboni, per cui ci siamo dovuti camuffare da barboni per infiltrarci in quell’ambiente e raccogliere informazioni in modo soft, così da non destare sospetti. Con questa tattica abbiamo saputo che frequentava associazioni di assistenza e lo abbiamo individuato, scoprendo che dormiva, magiava in questi centri e viveva di poche lire, seppur vestito molto bene. Ci abbiamo parlato, abbiamo fatto le foto e le abbiamo mostrate alla famiglia che si è resa conto che stava bene ed era ancora vivo”. Pulsione di libertà al centro invece una storia che risale all’estate di due anni fa: un adolescente fiorentino ribelle che, per contrasti con la famiglia, “aveva voluto affrancarsi – racconta Paoletti – ed acquisire
Angela, dell’associazione Penelope
“Ho cercato papà per 7 anni la cosa peggiore è il silenzio”
FIRENZE – Suo padre è scomparso nel 2001 a Sovignana, Vinci. L’ultima volta è stato visto in riva all’Arno, poi il nulla. Sette anni di ricerche, di attese dolorose. Poi la scoperta: il babbo era in una cella frigorifera all’istituto di medicina legale di Pisa. Un’esperienza che non si dimentica e che ha spinto Angela Inzaina a entrare nelle file dell’associazione Penelope. L’associazione,m riconosciuta dal ministero dell’Interno, si occupa di aiutare le famiglie delle persone scomparse ed è formata da volontari che hanno vissuto, o stanno vivendo questa esperienza drammatica. “Dopo anni di ricerche di mio pdre – racconta Angela che vive a Firenze – ci siamo rivolti a ‘Chi l’hai visto?’, poi tramite loro abbiamo conosciuto l’associazione Penelope. E’ stata l’associazione nel 2008 a sollecitare nuove ricerche al prefetto di Pisa, dove anni primaa era stato trovato un cadavere in Arno che poteva corrispondere a papà. Alla fine abbiamo scoperto che mio padre era in medicina legale. Ma almeno abbiamo trovato pace. La cosa peggiore infatti è che dopo un po’ le persone scomparse finiscono nel silenzio. Noi invece dobbiamo continuare a cercare”. In questi giorni la signora, che è diventata la referente toscana di Penelope, si sta occupando di un caso a Prato: una signora sta cercando il padre, scomparso a febbraio. “Uno dei motivi più ricorrenti della sparizione per le persone anziane – spiega Angela – è l’alzheimer. Abbiamo fatto una proposta di legge perché i familiari possano dotare i loro malati con dei braccialetti d’identità”. Poi c’è un caso in provincia di Firenze, dove abita una signora che ha perso il marito in Sicilia. L’associazione si è mossa per aiutare la famiglia per l’iter burocratico per gli aiuti da parte del Ministero. “Abbiamo bisogno di tutti, anche di avvocati e psicologi. Per chi volesse aiutarci presentando il proprio tempo – spiega la signora Inzaina – contatti l’associazione Penelope sul sito www.penelopeitralia.org o me alla mail toscana@penelopeitalia.org E.G.
007 Su internet tutti i kit: dalla patente alla tessera da veterano
Come avere una seconda chance
ecco dove si compra una nuova identità
FIRENZE – Accanto a casi che possono essere legati a delitti e violenze o, nel caso dei minorenni alla sottrazione da parte di un genitore, nella maggioranza dei casi le persone sembrano sparire volontariamente. A volte si tratta di allontanamento dalle comunità di recupero o di accoglienza. E poi ci sono anche i casi di persone che scelgono proprio di svanire nel nulla, magari per ricominciare una vita che va stretta. Insomma reinventarsi, farsi un’altra famigli, scegliere un altro lavoro. Sembra impossibile, ma andarsene senza lasciare traccia si può fare, grazie alla tecnologia, sempre più avanzata e sempre più alla portata di tutti. Navigando su internet si trovano diversi siti che vendono documenti d’identità, carte di credito che assicurano una seconda chance, a prezzi più che ragionevoli e nel perfetto anonimato. Ad esempio sul sito www.ptclub.com si può creare un conto bancario, chiedere una residenza e un passaporto. Nella sezione che si chiama “Alter ego: un nuovo te tramite una nuova identità” si possono acquistare carte d’identità per 99 euro più 65 per le spese di spedizione; una patente costa altrettanto. Ma non ci sono limiti all’inventiva: si possono chiedere tessere di riconoscimento come piloti, investigatori, veterano del Vietnam, specialista di armi o fotografo. Il costo è 99 euro più 65 di corriere o, in offerta, due carte per 175 con le stesse spese di spedizione. Sul sito www.privacyworld.com si può acquistare una carta di credito completamente anonima a 595 euro. Insomma la vita non ha prezzo, ma l’identità sì. E alla portata di tutti. Eli.Ge