
DI ALBERTO PAOLETTI
La legge 397/2000, che delinea l’ambito delle investigazioni difensive” penali nella sfera della contraffazione del marchio e della frode fiscale, era attesa da tempo, ma è entrata in vigore solo il 18 gennaio di quest’anno. Si tratta di una vera e propria sfida per il leale alla Perry Mason e per gli investigatori privati che li affiancano, chiamati adesso a diventare una sorta di “polizia giudiziaria privata”, alle prese con indizi e prove schiaccianti.
Ovviamente la realtà non è un film e il campo in cui si muoveranno d’ora in poi gli addetti ai lavori è sufficientemente sconosciuto da poter essere ritenuto ancora piuttosto minato. Da qui l’esigenza di promuovere un convegno pilota, uno dei primissimi in Italia, per illustrare gli aspetti della nuova disciplina, che si svolgerà il 31 marzo a Firenze (ore 11, sala convegni Cassa di risparmio). Se l’articolo 111 della Costituzione sul “giusto processo” ha posto le baci di parità tra l’azione dell’accusa e quella della difesa, molto resta da fare per capire in concreto in che modo si realizza il diritto a ricercare, individuare e assicurare gli elementi probatori. L’ago della bilancia tra poteri d’indagine del pm e diritto investigativo dei privati oscilla in continuazione. E ancora una volta resta aperta la sfida di realizzare una simbiosi tra tecniche difensive e deontologia. Per lavorare bene, investigatori privati e avvocati devono parlare un linguaggio comune. Questa è la sfida da cogliere: i primi sono chiamati ad aumentare le proprie conoscenze giuridiche, i secondi devono saper sfruttare al meglio le possibilità offerte loro dalle tecniche e dagli strumenti in possesso degli investigatori privati. Anche per questo la Federpol sta lavorando insieme all’ufficio del garante per la stesura di un proprio codice deontologico.
Un lavoro importante, anche alla luce dei nuovi limiti imposti dalla legge sulla privacy. Attualmente le indagini possono essere svolte solo dal titolare della licenza, mentre invece il Pm ha a disposizione un esercito di uomini e mezzil Ecco perché dobbiamo abituarci a lavorare sempre più in pool. La frode commerciale sempre più ruota intorno a fenomeni di clonazione di Gsm, carte di credito e soprattutto di accesso a banche dati presenti in rete, per carpire utili informazioni o sabotare interi sistemi informatici.
* direttore Centro Studi Informare per le Informazioni, le Investigazioni e la Sicurezza