23 Maggio 1999

I detective privati Infedeltà addio, al primo posto c’è lo spionaggio industriale. «Trattaci come gli avvocati»
Attenti, forse indagano su di voi

di Monica Nocciolini

FIRENZE – Certe spie dell’industria, contraffattori di marchi, coniugi fedifraghi e genitori dalla condotta riprovevole per almeno due giorni non avranno osato metter piede a Firenze. All’ombra del campanile è sbarcato il mondo degli investigatori privati.
Tutti concentrati per il 44˚ Congresso nazionale organizzato da Fe-derpol, l’associazione che raccoglie 500 istituti privati di investigazione: affrontati i temi più scottanti di una professione che evolve parallela-mente al costume.
Oggi in Italia si fa presto a dire 007: non sono più i tempi in cui bastavano telefono e scrivania per diventare investigatori privati, certi di potersi limitare a pedinare mariti infedeli fino a coglierli in flagranza di colpevole effusione. Al perfetto investigatore privato servono lingue stranie-re, attrezzature informa-tiche, nozioni di diritto. In una parola: serve la specializzazione.
Già, ma come, visto che gli addetti ai lavori de-nunciano carenze di tutti i tipi, normative e di formazione? Ecco dun-que l’altra faccia di ciò  che al perfetto investigatore privato purtroppo non manca mai: il cahier des doléances. La pagina  che lamenta esigen-
ze disattese da anni  e quella che già pensa ai problemi del futuro. E in quest’ultima, è scritto bello grande «gratuito patrocinio» per gli investigatori come per gli avvocati. Insomma, l’investigatore d’ufficio quando l’approvazione del disegno di legge Flick introdurrà a pieno
titolo il meccanismo delle «indagini difensive» nei processi penali. «Il gratuito patrocinio anche per la nostra cate-goria rimarrà entro pochissimo tempo il solo modo per assicurare ai cittadini non abbienti pari diritto alla difesa», spiega il presidente nazionale di Federpol, Giancarlo Alunno.
Per «stimolare il legislatore» in questo senso, durante il convegno Federpol ha lanciato due provocazioni: metterà a disposizione 30 investigatori privati penali, che volontariamente opereranno a titolo gratuito per conto degli avvocati difensori che lo richiedano; inoltre attiverà una borsa di studio per tesi di di laurea sulle indagini difensive.
Via dalle necessità prossime venture, gli investigatori hanno però zeppa la pagina delle richieste ripetute ormai fino a sgolarsi. Una su tutte è quella di ottenere riconoscimento giuridico. Gli investigatori chiedono scuole riconosciute, esami d’accesso alla professione, un al-bo: «Oggi il nostro maggio cruccio – spiega l’investigatore privato autorizzato Giancarlo Servolini – sono gli a-busivi che ci mettono in pessima luce».
L’unica norma nazionale esistente in materia di investigazione privata è un Regio Decreto del 1931. Niente di meno. Il resto dipende dalle prefetture: dunque, città cha vai, regole che trovi. Eppure sorpresa, col suo Regio Decreto l’Italia è un passo avanti rispetto agli altri Paesi europei: «In Inghilterra – spiega Alunno – ci si può svegliare una mat-tina e aprire un’agenzia. Da noi, almeno, ci sono dei filtri».